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WESAK - FESTA DELLA LUCE

Il Wesak è una festa orientale molto antica, nella quale venivano celebrate la nascita, l’illuminazione e la morte del Buddha, avvenute al plenilunio del mese di maggio o Waisak (Wesak in lingua tamil). Molti gruppi buddisti continuano, ancora oggi, a celebrarla con questo significato.

Nel 1895 Charles Webster Leadbeater, nel suo libro Alcuni insegnamenti fondamentali della Teosofia, informò gli studiosi occidentali dell’esistenza di questa festa, e descrisse la cerimonia che ogni anno, al plenilunio del Toro, avveniva in una valle dell’Himalaya, ai piedi del monte Kailash.

Fu però il Maestro D. K., tramite Alice Bailey, che nella prima metà del secolo scorso divulgò informazioni più approfondite circa questa cerimonia, molto diversa da quella della tradizione buddista. In questa celebrazione il Buddha appariva per otto minuti esatti al momento del plenilunio per dispensare la sua benedizione su tutta l’umanità, tramite il Cristo e tutta la Gerarchia di Maestri, Iniziati, discepoli e aspiranti spirituali.

Il Maestro D. K., a proposito del Wesak, distinse due momenti diversi:

  • Prima del 1946 richiamò al massimo sforzo per divulgare la conoscenza del Wesak e la sua celebrazione.

  • Dopo il 1946 annunciò che la nota del Wesak sarebbe cambiata e che dal 1981 occorreva apportare sostanziali modifiche alla cerimonia.

Praticamente fece capire che il Buddha avrebbe lasciato definitivamente la Terra e che il suo posto sarebbe stato assunto dalla Gerarchia Spirituale nel suo complesso, in ottemperanza alla nota dell’Età dell’Acquario che risponde non più all’individuo, come la precedente Era dei Pesci, bensì al gruppo.

La Gerarchia Spirituale è infatti un gruppo che lavora in modo strutturato, coordinato e armonico, come un Cuore, per raggiungere un fine. Questo è l’obiettivo che oggi è posto di fronte agli aspiranti e ai discepoli: diventare un Cuore che coopera in modo amorevole e intelligente con tutto l’organismo, di cui costituisce il punto focale.

Le caratteristiche specifiche di un Cuore sono essenzialmente due:

  • La Coscienza dell’Unità, intrinseca in ogni cosa.

  • Il riconoscimento del Gruppo e della vita di Gruppo

Spesso si crede che l’energia del Cuore debba esprimersi solo o prevalentemente in termini di religione, sentimento o devozione. Questa è una interpretazione parziale. Il Cuore è molto di più. Esso esprime la capacità di vivere nell’Unità e nella Sintesi. Qualsiasi organismo, impresa commerciale, scuola, famiglia, ospedale fa parte della vita che è nel Cuore ed opera tramite il Cuore.

Di conseguenza:
Vivere nel Cuore significa vivere nel Gruppo.
E come viviamo nel Gruppo tale sarà il nostro Cuore.

Il Cuore è un’entità vivente ed è l’Anima a definire la sua essenza, cioè la Coscienza dell’Unità, non la personalità che è consapevole della dualità e della diversità.

Possiamo quindi definire l’Anima come Coscienza di Gruppo e il Gruppo come Coscienza dell’Anima. Per questo il Wesak è la festa dell’Unione, dell’Unità e dell’Amore che affratella tutti gli uomini. Unione fra Oriente ed Occidente, fra il Buddha e il Cristo, fra la Mente e il Cuore, fra la Luce e l’Amore, fra l’Uomo e la Donna, fra l’Io e gli Altri, fra la cultura laica e quella spirituale.

Soprattutto però è la festa della LUCE, nella quale agiscono le Forze di Illuminazione, perché è attraverso la Luce che possiamo comprendere tutto quello che è da trasformare per arrivare all’Unità. Come recita il motto del segno del Toro: "Io vedo e quando l’Occhio è aperto, tutto è illuminato".

Il tema della Luce pervade tutto il processo evolutivo del nostro pianeta e ne rappresenta il fine ultimo. Dio disse: "Sia la Luce e la Luce fu".

Dio però non è la Luce, a meno che non voglia manifestarsi come tale. La Luce è ciò che ha portato alla manifestazione del nostro piano fisico. Possiamo dire che se Dio tocca la sostanza con un dito appare la Luce, che nel corso del tempo è stata chiamata in molti modi:

Shekinah dagli Ebrei, Sophia dagli Gnostici, Fohat dai Buddisti, Iside dagli Egizi, Grande Madre dagli Induisti.
I mistici e i filosofi hanno sempre asserito che la Luce è il simbolo del Dio manifesto.
La scienza moderna si sta orientando a sostenere che essa è la sostanza stessa del Cosmo.
Gli psicologi insegnano come illuminare gli angoli più oscuri della mente.
Gli educatori lavorano per condurre fuori dall’ignoranza della materia e costruire un’Era di illuminazione.
Ciascuno può scoprire la luce che è nella propria Anima, liberarla e manifestarla nel mondo.
E’ interessante notare come l’uomo, in ogni tempo, abbia espresso il proprio sviluppo evolutivo in termini di illuminazione, di conoscenza e di luce, che determina ogni rivelazione. La visione umana si espande per azione della Luce, che rivela all’uomo il Proposito divino e il Piano evolutivo. Senza l’energia della Luce ben poco progresso sarebbe stato possibile.

Nella storia dell’umanità due grandi Maestri sono emersi su tutti. L’uno, il Buddha, fu universalmente riconosciuto come il portatore di Luce. I suoi insegnamenti, infatti, consentirono all’uomo di padroneggiare la propria mente, di scoprire, attraverso l’esercizio del distacco e l’abbandono delle emozioni e delle passioni, il "nobile Sentiero di Mezzo" che corre fra le "coppie di opposti", al fine di conseguire Illuminazione e Saggezza.

L’altro, il Cristo, fu universalmente riconosciuto come il portatore di Amore. Egli presentò agli uomini il nuovo comandamento del "reciproco Amore", trascendendo così con una sola profondissima ingiunzione ogni tipo di vecchia etica, basata sul precetto negativo del "non si deve…". Trasformò completamente il Sentiero Spirituale, l’Insegnamento e la morale dando loro un’accezione di qualità e positività.

Ci viene detto che l’unione fra il Cuore e la Mente e il loro reciproco rapporto costituisce lo scopo soggettivo di tutta la manifestazione. Nella giusta comprensione di questo rapporto sta la possibilità da parte dell’uomo di risolvere tutti i suoi problemi.

La Nuova Era, che giunge ora, reca una grande speranza e una grande opportunità al genere umano. Nello stesso tempo la vecchia Era, che fa resistenza ad abbandonare il campo, produce molti e difficili problemi. Mai come oggi l’umanità ha avuto bisogno di Luce e di Amore, uniti e fusi insieme.

 In Oriente si dice che "la mente uccide il reale". Questo noi occidentali lo conosciamo molto bene, lo abbiamo sperimentato. La mente, infatti, è davvero illuminata e strumento di rivelazione solo quando è pervasa dall’Amore. Dall’altra parte l’Amore è cieco se non lo soccorrono il potere equilibrante della Mente e la Luce che dà comprensione amorevole e saggezza. L’unione di questi due aspetti è espressa da quella Luce che i cattolici chiamano Anima, gli induisti Jiva, altri il Sé Superiore o Angelo Solare.

La qualità di questa Luce si manifesta come Conoscenza, Comprensione, Unione, ma soprattutto come Positività. Positività che si riflette in tre modi diversi ed unici:

  • Alla Mente porta chiarezza e quindi la facoltà di discernere con saggezza. In questo modo può compiere scelte intelligenti per l’evoluzione ed il progresso umano.

  • Al Cuore porta consapevolezza e responsabilità, perché è nella Luce che noi vediamo la necessità del genere umano. Il Cuore ne diventa consapevole perché la Luce gli dà comprensione amorevole. Il risultato pratico di ciò è l’Amore.

  • Alla Volontà porta coraggio, pazienza e perseveranza. Si manifesta come serenità, determinazione e gioia, rincuorando e sostenendo in tal modo l’aspirante spirituale sul Sentiero.

Il Wesak è una festa universale per tutti gli uomini, di tutte le fedi e di tutte le culture, ed è soprattutto un momento di massima ispirazione per tutto il resto dell’anno. Il Wesak è un momento nel quale le diversità dei gruppi, che si ispirano ai più disparati insegnamenti, possono venire ricomposte nell’unità, secondo il principio dell’Unità nella Diversità, per ricevere come un unico grande organismo la Luce e la Benedizione che vengono elargite in questo momento e donarle come aiuto all’UMANITA'.